18 gennaio 2018

Hope they traslate #9

Per tornati super lettori, oggi sono qul blog con un nuovo appuntamento di Hope they Traslate, la rubrica con la quale cerco di consigliare le case editrici (qualora passino da qui ;D) su cosa sarebbe bello venisse portato in Italia.
Anche questa volta vi propongo due fantasy dalle cover stupende ma con due storie completamente diverse.
Il primo è un fantasy onirico dalle forti ambientazioni dark, mentre il secondo è un fantasy con sfumature sci-fi sull’onda di Guerre stellari.

“Dreamland” di Robert L. Anderson

Dea Donahue ha l'abilità di viaggiare nei sogni delle persone da quando aveva sei anni.
Sua madre le ha insegnato le tre regole del cammino: Mai interferire.
Mai farsi vedere.
Mai camminare nei sogni della stessa persona più di una volta.
Dea non ha mai infranto le regole.
Poi un misterioso ragazzo, Connor, arriva in città. Per la prima volta nella sua vita, Dea si sente normale. Ma sia Dea che Connor hanno dei segreti, e più lei viene attratta dai sogni e dagli incubi di Connor, più il confine tra i due mondi si deteriora, mettendo in pericolo tutti quelli che ama. (Trama tradotta da Glinda di Atelier dei Libri)



“Dafy the Star”  di Claudia Gray


Noemi Vidal è un soldato adolescente del pianeta Genesis, un tempo colonia della Terra che ora lotta per l'indipendenza. Gli umani di Genesis hanno combattuto contro i "mech" robotici terrestri per decadi senza posa.
Dopo un  attacco a sorpresa, Noemi si trova dispersa nello spazio su una nave abbandonata, su cui incontra Abel, il prototipo mech più sofisticato mai creato. E che dovrebbe essere suo nemico. Ma la programmazione di Abel lo obbliga a obbedire a Noemi a comando e questo vuol dire che l'aiuterà a salvare Genesis, anche se la guerra potrebbe ucciderlo.
Assieme si imbarcano in un difficile viaggio attraverso la galassia. Ma presto Noemi inizia a capire che Abel potrebbe essere più di una macchina e Abel che la sua devozione per lei potrebbe non derivare solo da una questione di programmazione. (Trama tradotta da me)


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